Lele Mora resta in carcere, la decisione del gup

Lele Mora rimarrà in carcere, è questa la decisione del gup dopo la perizia medica che ha stabilito le condizioni di salute non incompatibili con la detenzione.

di Caterina Cariello 25 Gennaio 2012 10:03

A nulla è valsa la richiesta al gup degli avvocati difensori di concedere a Lele Mora gli arresti domiciliari per le sue condizioni critiche di salute. Dopo una perizia medica, volta ad accertare le reali condizioni di Lele Mora, il giudice Meyer ha confermato il carcere. A firmare la relazione per il gup è stato lo psichiatra Antonio Marigliano che ha dichiarato che lo stato di salute complessivo di Lele Mora “non presenta attualmente segni clinici tali da farlo ritenere non compatibile con la detenzione carceraria“. Considerate poi le esigenze cautelari, non c’è ragione che il talent scout, condannato a 4 anni e 3 mesi di reclusione per bancarotta fraudolenta, non resti in carcere.

L’agente dei vip è in detenzione dal 20 giugno 2011 e sembra che abbia perso ben 30 chili. La difesa e i familiari di Mora avevano posto fiducia nella perizia medica richiesta. Ma il professor Marigliano non si è lasciato convincere nemmeno da quello che era stato indicato come tentativo di suicidio. Lele Mora, infatti, il 30 dicembre scorso, nel carcere di Opera, ha utilizzato dei cerotti per tapparsi naso e bocca. Il perito di parte aveva letto in tale gesto un “disperato tentativo di richiesta di aiuto, … un campanello di allarme per il rischio futuro di attuazione di gesti auto lesivi ben più gravi secondo una progettualità di morte“.

La perizia effettuata, inoltre, valuta anche la presenza, nel carcere di Opera, di un attrezzato centro clinico dove Mora può essere seguito e, nel caso dovessero chiederlo i medici dello stesso penitenziario, la possibilità di un ricovero e l’intervento di uno specialista psichiatra.Insomma, Lele Mora non gode di buona salute, soprattutto a livello psicologico, ma le sue condizioni non sono tali da non poter essere seguite in un carcere, dove è stabilito che debba scontare la sua pena che diventerà definitiva dopo la pronuncia della Cassazione.

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