Facchinetti dice la sua sui gay nella nazionale azzurra
Anche Francesco Facchinetti, figlio del leggendario membro dei Pooh, esprime la sua opinione sulla vicenda che in questi giorni ha fatto molto parlare nel mondo del calcio, ovvero la presenza di omosessuali nella nazionale di calcio italiana. Il dibattito era iniziato dopo che Cassano aveva pubblicamente espresso parole non proprio carine verso l’universo gay. Ne era seguita una piena rivolta da parte delle associazioni gay e un pronto riconoscimento di scuse da parte di Antonio Cassano.
Francesco Facchinetti è uno dei testimonial del Gay Village, l’evento che si terrà a Roma dal prossimo 21 giugno. Durante l’inaugurazione dell’evento verrà proiettato uno spot anti-omofobia con protagonista proprio il conduttore.
A seguito delle polemiche innestate da Antonio Cassano, Facchinetti è stato raggiunto dal magazine “Oggi” e parla della presenza di giocatori gay nella nazionale italiana: “All’inizio l’ho giudicato male anch’io. Poi. però, ho visto il video della sua conferenza stampa: la sua non era cattiveria, ma una maniera un pò superficiale di dire le cose, senza pesarle troppo….”
Il bel Francesco Facchinetti continua nella sua interpretazione dicendo: “Antonio Cassano è un uomo di cuore. Capisco che possa aver offeso molte persone ma almeno l’ha fatto per leggerezza, non per cattiveria. Cecchi Paone, invece, è una persona colta. Sa quello che dice“.
Le parole più interessanti le ha rivolte proprio verso il giornalista e conduttore televisivo, che recentemente ha fatto il suo outing. Di lui Facchinetti dice: “Quando Alessandro Cecchi Paone ha dichiarato di aver avuto una relazione con uno dei calciatori della Nazionale e che i gay in squadra sono almeno due, sono rimasto di stucco. Dire che in Nazionale ci sono tre metrosexual, due gay, un bisessuale significa scatenare un putiferio.…”.
Facchinetti, nella sua interpretazione del dibattito, da una versione molto originale ma per niente scontata sul significato del coming out: “Lui parte dalla convinzione che fare coming out, ovvero dichiarare la propria omosessualità, sia un atto di coerenza. Che i gay non debbano vergognarsi di essere gay” e poi aggiunge “Il coming out è una scelta molto personale, non la si può imporre. Ognume deve essere libero di fare quello che vuole“.