Michael Jackson, nuove impronte sulla siringa che lo uccise
A quasi due anni dalla tragica scomparsa di Michael Jackson, la giustizia americana non è ancora riuscita a dare un nome al suo assassino, per la disperazione degli innumerevoli ammiratore del Re del Pop.
Fino ad oggi l’unico indagato per la scomparsa del cantante è stato Conrad Murray, medico personale di Jackson, presente la sera della tragedia ed accusato di aver iniettato nelle vene di Michael una dosa letale di Propofol.
Ma ora, a distanza di 22 mesi, vengono a raccontarci una nuova versione dei fatti, rivelando che sulla siringa incriminata c’erano anche impronte di uno sconosciuto:
Le misteriose impronte sono una svolta importante per Murray. Se trattate correttamente impediranno alla giuria di giudicarlo colpevole. Le impronte dimostrano che qualcun altro ha usato la siringa.
Ci lamentiamo spesso della lentezza della giustizia italiana e per un modo di fare spesso frettoloso e poco professionale nelle indagini, ma a quanto pare anche al di là dell’Oceano non scherzano. Sapremo mai la verità sulla morte di una delle icone del pop mondiale?
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