Monica Bellucci parla del sesso e dei toy boy

Intervistata da Alfonso Signorini, Monica Bellucci parla ai lettori di "Chi" del suo nuovo ruolo in un film italiano e di ciò che pensa sulla moda dei toy boy.

di Giorgia Martino 1 Agosto 2012 13:27

Monica Bellucci finalmente torna a girare un film nella “sua” Italia. Già tempo fa aveva espresso il desiderio di rimettersi in gioco lavorativamente nella sua terra natia, e il suo sogno è stato esaudito in men che non si dica, grazie al nuovo film di Mimmo Calopresti. Nel nuovo numero di Chi Monica Bellucci rivela ad Alfonso Signorini tutta la sua felicità per poter lavorare di nuovo con un regista italiano:

Torno nella mia Italia. Ai primi di settembre girerò il nuovo film di Mimmo Calopresti. E’ la storia di un’amicizia, quella fra tre uomini e una donna. Mi piace sperimentare, sono fortunata. In questo lavoro la fortuna di sperimentare ce l’hai quando ti arrivano le proposte. Quello che mi affascina di più è avere dei registi che arrivano con una proposta che mi sorprende, per un ruolo che non avrei mai immaginato.

Non mi crea problemi invecchiare sullo schermo, se il ruolo è bello. La fortuna è che noi attori non andiamo mai in pensione. Se sei pronta a metterti ogni volta in gioco, è bello che il gioco continui.

A quel punto Antonio Signorini le domanda il suo punto di vista sul sesso e sui cosiddetti toy boy tanto di moda oggi, e Monica Bellucci risponde:

Il corpo di un ragazzino riconosco che è bellissimo, ma non mi dice nulla sessualmente. Che me ne faccio? Riconosco la freschezza di un ragazzo, ma non riuscirei mai ad avere uno sguardo sensuale nei suoi confronti. Lo vedrei un po’ come mio figlio. Un uomo che ha un po’ di vissuto sul suo corpo e sulla sua faccia sicuramente ha da raccontarmi molto di più. E’ più misterioso. E, di conseguenza, molto più erotico.

E, parlando in modo più specifico della sua concezione di sesso, dichiara:

Tutto quello che appartiene alla sfera ludica, al gioco erotico, è ammesso. La coppia deve giocare. E, sempre nel rispetto del gusto reciproco, non devono esserci limiti, né paletti.

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