Parpiglia esulta per la scarcerazione di Mora (e attacca la D’Urso)
Gabriele Parpiglia esprime la sua felicità per la scarcerazione di Lele Mora, e dice di odiare Barbara D'Urso.
La scarcerazione di Lele Mora ha portato con sé, ovviamente, dissensi e sostegni. Alla seconda categoria appartiene l’atteggiamento di Gabriele Parpiglia, giornalista della rivista Chi che fa una vera e propria accusa ai vecchi finti amici di Mora che poi avrebbero voluto lucrare a suo discapito. Afferma infatti Parpiglia:
Hanno liberato Lele. O meglio dovrebbero liberarlo tra qualche ora. Speriamo. Io sono felicissimo. Io non sono uno di quelli che volta le spalle quando si è in difficoltà, in questi mesi gli avrò scritto almeno tre lettere a settimane e sono andato a trovarlo. Lo ammetto: ho pianto con lui. Ora però si ricomincia, speriamo, a vivere. Detto ciò vi racconto una storia. Lele, non è in carcere per un reato relativo a troie e prostitute, ma per una bancorotta fraudolenta molto meno grave rispetto a quella di altri noti imprenditori di cui non faccio il nome, ma che invece di scontare 13 mesi di carcere, hanno fatto solo i 90 giorni canonici di detenzione. Succede che ora il mio tel. squilla all’impazzata. Dall’altra parte giornalisti (finti amici) che mi dicono: “Dacci una mano per intervistare Lele. Sai… come lo tuteliamo noi”. Questo è il mio mondo. Gente che ieri mangiava a sbafo al suo tavolo, che per un anno intero se lo sono dimenticato, ora fanno gli assatanati per avere l’intervista e addirittura improvvisamente lo vogliono tutelare. Un giorno farò nomi e cognomi.
Ma le sue parole velenose non vanno solo contro i giornalisti assetati di scoop, bensì anche contro una D’Urso colpevole di essere stata involontariamente inopportuna nell’inviargli un sms di protesta. Racconta il giornalista Gabriele Parpiglia:
Ma la cosa che mi ha più addolorato e offeso è stato l’atteggiamento di Barbara D’urso così rispondo a chi mi chiede perché ce l’ho con lei. Dopo mesi e mesi ero riuscito ad avere il permesso, lo scorso maggio, di poter andare da Lele. Ovviamente ero teso, tesissimo. Pochi minuti prima di arrivare in carcere, sul mio cell. un messaggio poco gradevole della paladina Barbara. Mi rinfacciava di aver scritto che lei era furiosa perchè le avevano tolto Pom 5 estate, mi ha detto che io non avevo classe, che con lei ero in debito perché pochi giorni prima mi aveva citato nella sua preziosissima trasmissione, Pom 5. Cioè il mio momento anzi il mio magic moment pre carcere, roba non facile, rovinato da un messaggio inutile e minaccioso della D’urso. Tra le altre cose non sapevo minimamente di cosa stesse parlando. Ma questa è la sua tecnica solita da gioco di potere del più forte contro il più debole. Un giorno vi racconterò. Ovviamente sono ancora in attesa delle scuse da colei che ogni mattina fa copia e incolla su Twitter degli articoli di cronaca del corriere, dice che “orrore” e poi pubblica i suoi vestiti firmati che rimandano al link del suo sito privato (chiamasi marketing o anche in altri modi se volete) e comunque le ho risposto: “Scusa, sto entrando in carcere, vado incontro ai problemi seri della vita, non ho voglia di queste stronzate”. Invece ora ho solo voglia di rivedere il mio vecchio (perché lui è vecchio!) amico Lele.
La prossima volta, signora D’Urso, chieda prima se può inviare un sms arrabbiato al signor Parpiglia o se c’è qualche magic moment in corso!
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