Sara Tommasi: “Mamma perdonami”
Sara Tommasi, una delle prime donne ad essere coinvolta nello scandalo del Bunga Bunga, chiede perdono a sua madre. La showgirl, sotto i riflettori per il rapporto intimo con il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, al quale ha inviato sms minacciandolo di raccontare tutto alla stampa, si era allontanata dalle scene per cercare di uscire fuori dallo scandolo soprattutto sotto l’aspetto psicologico.
La giovane ha consegnato una lettera, indirizzata alla madre, al settimanale Top per ringraziarla pubblicamente. “Da figlia – ha spiegato la Tommasi – volevo scusarmi per i grattacapi che ho procurato, anche se involontariamente, a lei e a tutta la mia famiglia. Lo trovo semplicemente doveroso”. Inoltre Sara sottolinea che il suo errore più grande è stato quello di non chiedere aiuto: “Ho peccato di superbia. Ho creduto, anche quando capivo che qualcosa intorno a me stava andando male, di riuscire a controllare tutto e di poter gestire la mia persona e il mio mondo. Non ci sono riuscita e non ho retto. Mi sento in colpa per non aver chiesto aiuto”.
Sara Tommasi attraverso la lettera indirizzata alla madre cerca un modo per dimenticare il suo passato, di seppellire lo scandalo nel quale è stata coinvolta. Ecco il testo della missiva:“Cara mammina,scrivendo a te voglio dare una risposta anche a tutte quelle persone che si sono domandate fino a oggi che cosa possa provare la mamma di una ragazza, che ha passato quello che ho passato io negli ultimi due anni. E voglio dirti insieme grazie e scusa. Grazie per prima cosa, perché da te non sono mai stata giudicata. Non sei certo una mamma che dà sempre ragione ai figli, e di questo ti sono ulteriormente grata, ma ti ringrazio soprattutto perché in questi ultimi mesi sei stata il motivo e il cardine della mia ripresa. Scusa perché una figlia che vive lontana e sta male è una preoccupazione e io mi sono resa conto troppo tardi di quanto fossi vulnerabile e sola. Su di me si sono dette un sacco di cose, molte delle quali frutto di calunnia e malignità, altre sono legate a una fase della mia vita in cui pure il controllo delle azioni del quotidiano era per me impresa impossibile. Ho avuto un bruttissimo esaurimento e in quel periodo ho sbagliato tante cose. La prima è stata non condividere con la mia famiglia gli stati d’animo confusi e le paure che avevo. Mostrandomi forte ho abituato tutti voi alla mia. indipendenza, ma anch’io ho dovuto fare i conti tutti i giorni con la mia fragilità. Grazie perché con te la porta della comprensione è sempre stata aperta. E anche se, quando ho sentito il bisogno di bussare, erano già successi episodi incancellabili, tu hai trovato le parole e i silenzi per far sì che la speranza di tornare la Sara che sono sempre stata, quella senza colpe, non si spegnesse mai. Se oggi vedo di fronte a me un futuro, lo devo a te e alla nostra bella famiglia”
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