Sanremo 2012, Aldo Grasso e il festival tra i più brutti della storia
Nella prima serata della sessantaduesima edizione del Festival di Sanremo, nel suo colorito monologo Adriano Celentano ne ha per tutti e Aldo Grasso vien definito persino “un deficiente”. Mentre le critiche ad Avvenire e a Famiglia Cristiana, che “andrebbero chiusi definitivamente”, hanno avuto risposta da un commento di Marco Tarquinio di Avvenire, Aldo Grasso ha preferito rivolgere le sue critiche a tutto il Festival (visto che riguardo a Celentano si era già pronunciato precedentemente accusandolo di “rispuntare solo per la promozione dei suoi dischi”). E l’opinione del giornalista del Corriere della Sera sul Festival che sta andando in onda non è certo tra le più lusinghiere: una vera e propria bocciatura. Ecco cosa scrive sul Corriere della Sera: “Monti o Celentano? Se davvero il nostro premier vuole compiere il titanico sforzo di cambiare gli italiani («l’Italia è sfatta», con quel che segue), forse, simbolicamente, dovrebbe partire proprio dal Festival, da uno dei più brutti Festival della storia.”
E il giornalista afferma poi di non preoccuparsi affatto di Adriano, bensì di coloro che “sono disposti a prenderlo sul serio. E temo non siano pochi. Ah, il viscoso narcisismo dei salvatori della patria! Ah, il trash dell’apocalissi bellica! Cita il Vangelo e bastona la Chiesa, parla di politica per celebrare l’antipolitica: dalla fine del mondo si salva solo Joan Lui. Parla di un Paradiso in cui c’è posto solo per cristiani e musulmani. E gli ebrei? Il trio Celentano-Morandi-Pupo assomiglia a un imbarazzante delirio.”
Ma sugli insulti in diretta del cantante non ha da aggiungere altro. Aldo Grasso preferisce dare la sua valutazione negativa a tutta la kermesse, “Festival dello sguardo all’indietro (anni 70?), dove «il figlio del ciabattino di Monghidoro» si trasforma in presentatore, è il Festival delle vecchie zie dove tutti ci troviamo un po’ più stupidi proprio nel momento in cui crediamo di avere uno sguardo più furbo e intelligente di Sanremo (più spiritosi di Luca e Paolo quando cantano il de profundis della satira di sinistra), è il Festival della consolazione dove Celentano concelebra la resistenza al nuovo”.
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